Parte 6

Fu un saggio ad inventare la Birra.

Platone
 

Ho sempre pensato che la maggior parte di quei pazzi che si fanno la birra in casa non pensino soltanto al miserrimo guadagno economico che se ne può ricavare, quanto a varie problematiche che al giorno d'oggi interessano un po' tutti e che bene o male di solito sono collegate tra loro: inquinamento, multinazionali, sfruttamento, inflazione, delocalizzazione, quant'altro.

Beh per farla breve, volevamo fare la nostra parte per ridurre le emissioni di Co2 nel nostro malandato pianeta, e la cosa è rimasta valida anche dopo che abbiamo deciso di pensare in grande, tant'è che come simbolo del birrificio abbiamo scelto un albero: più verdi di così!


Quindi tanto per cominciare cercheremo di usare ingredienti a km0, e comunque, quando il km0 non è proprio possibile, di reperirli il più possibile all'interno del territorio nazionale, il che magari può sembrare poca cosa, ma provate a trovare del luppolo adatto a fare la birra (= coltivato, non selvatico) in Italia!

Altra cosa, invece di comprare una lavafusti gigantesca, che consuma un casino di energia elettrica ed ettolitri di detersivi, adotteremo un sistema più green, basato su fusti riciclabili al 100%: su questo - e sulla sostenibilità del nostro birrificio sia come arredi che come tecnologie - ci torneremo sopra (tanto, visto come stanno ristagnando sia le pratiche burocratiche, sia le forniture, ho idea che avrò ancora qualche settimana per scrivere le mie elucubrazioni mentali...)


Ma l'invenzione di cui andiamo più fieri è la Corteccia.


Ogni produttore di birra, ad ogni cotta, si ritrova un sacco di malto esausto di cui non sa che farsene...  Nella migliore delle ipotesi, va a finire nel bidone dell'organico, ma la zona in cui si trova il nostro birrificio non ha la raccolta differenziata, quindi che fare?

L'idea è venuta al cuoco pazzo di Birra Cerqua, che si stava arrovellando il cervello per trovare un modo per riutilizzare il residuo proteico della fermentazione primaria come lievito per fare il pane o la pizza (cosa che avevano già provato a fare molti homebrewer).

I primi tentativi sono stati deludenti, perché il composto lievitava poco e, poiché conteneva anche degli olii e delle resine rilasciate dal luppolo, il risultato era una roba troppo amara, immangiabile.

Successivamente è passato quindi ad usare il lievito di birra ed il trito di malto esausto, migliorando nettamente la ricetta, anche se il sapore non era ancora il massimo.

Finché un giorno, come spesso succede, la sorte ci ha messo lo zampino. Racconta il cuoco: "Una collega portò in ufficio un libro con alcune ricette sul pane fatto con la pasta madre, e presi contatto con l'autrice (Antonella Scialdonewww.pappa-reale.net www.lapastamadre.net) esponendole i miei dubbi. Mi incontrai con lei, scoprimmo di abitare a 50 metri di distanza ed insieme mettemmo a punto la ricetta attuale della Corteccia fatta con la pasta madre."

Che dire, una bella fortuna!

 

DON RODRIGO PERETTI